lunedì, novembre 14, 2005

Tai Ji Quan.


Per ciò che riguarda il carattere 'Ji' di Tai-ji devo dire che trovo piuttosto interessante la sua, diciamo, struttura etimologica. Affermo questo non perché io conosca il cinese, bensì perché sono molto interessato ai simboli e, quando riesco a trovare delle informazioni su un ideogramma, mi piace fantasticarci sopra cercando di rintracciarne i significati riposti.

L'ideogramma 'Ji', dunque, è composto di un radicale posto a sinistra che vuol dire 'legno', mentre a destra una struttura più complessa, con i radicali per 'mani', 'bocca' e quello raffigurante l'uomo fra cielo e terra. Questa parte destra sembra che implichi l'idea di sforzo, lotta, ansietà. Tutto insieme l'ideogramma Ji ha il significato di principio o punto estremo, ultimo.

Secondo me, a titolo di speculazione personale (non avendo maggiori conoscenze linguistiche), il radicale 'legno' sta a raffigurare proprio l'inizio, la primavera, la nascita, il principio, l'ascesa dell'energia. La parte destra dell'ideogramma specifica che tale principio riguarda la presenza dell'uomo nell'equilibrio cosmico degli opposti e la sua particolare attività che si esplica soprattutto con la parola (bocca) e la mano (azione concreta). Molti miti della creazione in tutte le antiche culture descrivono talvolta l'origine dell'universo e la comparsa dell'uomo come la 'separazione dei genitori mitici', appunto Cielo e Terra. Nel simbolico 'caos' primigenio tutte le cose sono miticamente mescolate, sono indifferenziate, i genitori mitici sono abbracciati in un amplesso creativo e indistinto. La particolarità dell'uomo è proprio di differenziare, di distinguere e successivamente unire - in altre parole di 'capire', essere cosciente. Lo fa con la 'bocca', dando un nome alle cose, cioè utilizzando la mente, e con la 'mano' che interviene nella struttura del mondo modificandola. Il vero principio della creazione, insomma, è quando l'uomo diviene consapevole di sé e di ciò che lo circonda: ciò, come nel significato etimologico accennato, implica lo sforzo, l'ansietà, come per un parto. 'Tai Ji', dunque, 'il Principio Supremo', potrebbe riferirsi proprio a quel momento, quello della nascita della... Coscienza.

Mentre scrivo mi viene in mente che quanto dico può direttamente collegarsi con un esagramma dell'I Ching (mi si passi la trascrizione), il numero 3, dove viene proprio indicata questa attività dell'uomo di distinguere, unire, ordinare nell'ambito della fase iniziale delle cose.In definitiva, mi piace pensare che il Tai Ji Quan, la 'Boxe del Grande Principio Supremo', possa raffigurare con il suo caratteristico movimento di danza proprio questo intervento dell'Uomo all'interno della Grande Triade, questa 'separazione dei genitori mitici' alla ricerca di una dimensione equilibrata e consapevole e, quindi, indipendente, libera.

Maurizio

Tè e caffè.


Quale potrebbe essere l'effettiva differenziazione fra tè e caffè secondo la logica della Medicina Tradizionale Cinese, cioè la 'bussola' dello yin-yang?.

La prima riflessione che viene da fare è che si tratta, in tutt'e due i casi, di bevande che sollecitano le componenti 'yang' dell'organismo: questo perché si tratta di sostanze psicostimolanti, cioè che eccitano il sistema nervoso centrale riducendo l'affaticamento, potenziando le capacità attentive, riducendo il sonno, eccetera. Sappiamo, poi, che la teina e la caffeina sono chimicamente uguali, cioè si tratta della stessa cosa, nonostante il nome diverso.

Tuttavia, a queste osservazioni generali, aggiungerei le seguenti:

- le sostanze che creano dipendenza, come in parte accade per queste in esame, hanno in ultima analisi una caratteristica fortemente 'yin'. Il concetto stesso di dipendere è 'yin', contrario rispetto alla creatività e alla libertà relativa dello 'yang' (relativa in senso logico, per la presenza di un opposto complementare). In altri termini l'eccesso di caffè o tè, generando assuefazione e dipendenza oltre che sovrastimolazione del sistema nervoso - può abbastanza facilmente produrre effetti molto 'yin', per esempio sonno, stanchezza, logorìo nervoso.

- Non si può pensare che il tè e il caffè siano uguali soltanto perché contengono la stessa sostanza attiva. Dal punto di vista estremo-orientale, infatti, le differenziazioni si fanno attraverso una attenta osservazione che prescinde dalle caratteristiche chimiche ed organolettiche, altrimenti essenziali per la moderna scienza occidentale. Queste caratteristiche possono integrare le valutazioni della MTC, ma non possono sostituirle. Cerco, dunque, di capire i termini di questa differenziazione nel caso delle bevande in questione. Naturalmente le osservazioni che seguono sono personali e possono essere incomplete o addirittura errate dal punto di vista di un vero terapeuta di MTC. Diciamo che qui mi diverto a fare due chiacchere sull'argomento.

1) Il caffè è ricavato dai semi dell'omonima pianta, mentre il tè è ricavato dalle foglie della pianta del tè. Secondo me il seme è più yang della foglia, che invece è più yin: il seme è portatore di una forte dose di energia condensata (quella della riproduzione della pianta) che sta per esprimersi ed espandersi attivamente, mentre la foglia - pur essenziale per la respirazione e l'acquisizione di Qi - è passiva, caduca, destinata ad essere sostituita. Potremmo anche dire che la natura di un seme è 'calda' o 'tiepida' perché contiene la vita, mentre la natura di una foglia è 'fresca' (lo capiamo bene in estate).

2) Anche culturalmente, dal punto di vista dei costumi, il caffè è più collegato all'attività, alla vita lavorativa, alla frenesia del movimento: soprattutto l''espresso' che - anche nel nome - suggerisce una certa rapidità: stiamo quindi parlando dello yang. Il tè, invece, si colloca meglio nelle pause distensive, necessita dell'interruzione dell'attività e lo sanno bene gli inglesi, degustatori di tè per tradizione. Il tè, inoltre, è una bevanda dissetante, cosa che non può dirsi del caffè. E', insomma, più yin.

Riassumendo: tè e caffè in dosi moderate sono yang, perché stimolano, perché contengono l'energia del Fuoco trasmessa loro dalla tostatura e anche dal clima in cui crescono le rispettive piante. Confrontando le due bevande come parte di un binomio, dovremmo dire che il caffè è più yang e il tè è più yin. In questo senso il tè sembra essere più equilibrato: alle componenti stimolanti, unisce un certo relax e la proprietà dissetante.

Maurizio