mercoledì, giugno 09, 2010

Elementi per l'analisi


Le antiche forme di conoscenza, considerate generalmente dagli odierni scienziati nient'altro che primitivi balbettamenti, prevedevano anch'esse una valutazione analitica dei fenomeni e una loro classificazione. Dico in generale, senza indicare in particolare la medicina ippocratica oppure l'Ayurveda indiano o, ancora, la Scienza del Principio Unico degli estremo-orientali, cioè lo Yin-Yang. Poiché, però, la concezione della "materia" tendeva ad essere differente, altrettanto lo erano gli strumenti di riflessione: non si credeva, infatti, che il mondo quale lo percepiamo fosse separato dalla dimensione interiore, spirituale, bensì fossero un tutt'uno - di cui, oltretutto, la realtà "sottile" era considerata la più importante. Difatti "sottili" erano le classificazioni dei fenomeni, basate sugli elementi, ma oggi dire "terra, acqua, fuoco, aria, etere" non rende più il significato originario, simbolico e analogico, essendo imperante l'erronea convinzione che si alludesse in modo infantile e grossolano ai costituenti chimico-fisici della materia. Non è proprio così. Il corpo umano, ad esempio, era visto come un insieme di aggregati elementali: solido - la carne, le ossa (terra); liquido - secrezioni ed escrezioni, sangue, linfa e simili (acqua); gassoso - il respiro (aria); nervoso - le ramificazioni degli impulsi, l'intelligenza, il calore (fuoco); imponderabile - l'energia vitale, la forza misteriosa della natura che prende svariate forme, ma resta unitaria in sé (etere). Inoltre il richiamo agli elementi, per analogia, poteva estendersi a spiegare cose apparentemente molto lontane, unendo sotto lo stesso simbolo - poniamo la terra - ossa, denti, tessuto muscolare, e perfino sicurezza interiore, memoria, placidità, fermezza, oppure ottusità, depressione, oscurità. Anche le malattie erano "analizzabili" con gli elementi, e così le terapie, le medicine, i cibi, e tutto senza macchine diagnostiche, bensì con la sola capacità di osservazione, l'ampliamento delle facoltà percettive e l'affinamento dell'intuizione.

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