giovedì, novembre 24, 2005

Medici scalzi.


Non sono propriamente un operatore nel campo della Medicina Tradizionale Cinese, però mi occupo dell'argomento da tanti anni, a livello personale e come ricercatore interessato ai vari aspetti della tradizione orientale: religioni, filosofie, tecniche conoscitive e terapeutiche. In particolare, rispetto all'agopuntura, ho avuto diverse esperienze come paziente, ma anche come terapeuta negli anni in cui in Italia non c'era ancora una precisa legislazione e il settore non era ancora riservato ai soli medici. Anzi, si andava quasi fieri - con la protervia e l'ingenuità tipica dell'entusiasmo rivoluzionario di quel periodo (anni '70, primi '80) - di dichiararsi 'non-medici', 'medici-scalzi', quasi che la definizione richiamasse in qualche modo la 'non-azione' dei taoisti e l'umile libertà dei 'pellegrini d'Oriente' (per dirla con Hermann Hesse). Naturalmente oggi è tutto diverso, e preferisco identificarmi semplicemente come un appassionato di tematiche legate a tradizioni che, magari, attraverso un'integrazione, una 'conjunctio oppositorum', possano arricchire il nostro punto di vista di occidentali 'moderni'. Come appartenenti alla società del benessere (o del post-benessere!), potremmo cercare di concepire nuove forme di 'bene-essere', di star bene, e probabilmente l'Oriente - al di là degli approcci superficiali o delle fascinazioni passeggere - ha ancora molto da insegnare.

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