giovedì, novembre 24, 2005

Sogni e yin-yang.


Il sogno è così affascinante perché costituisce un processo psichico sul quale non abbiamo controllo: pur riguardando la mente e la consapevolezza, il mondo onirico è un pò come quello dei processi fisiologici e biologici, al di fuori del controllo cosciente, quindi risulta misterioso e oscuro. Direi che è 'yin' rispetto alla coscienza di veglia, sicuramente più 'yang'. E' luna rispetto al sole, acqua rispetto al fuoco, specchio riflettente di fronte a soggetto luminoso. Difatti ci si 'specchia' nel sogno, da sempre si cerca di conoscere sé stessi per suo tramite. Anzi, potremmo dire che quando la coscienza ordinaria si apre al mondo onirico crea una sorta di equilibrio, di fusione fra gli opposti, che riproduce la comunicazione complementare yin-yang, Terra-Cielo, e, dunque, il cosiddetto stato 'naturale' dei taoisti, insomma la salute. Proprio questa integrazione fra osservatore (yang) e cosa osservata (yin), soggetto e oggetto, saggezza ed esperienza, hsing (spirito) e ming (vita), è alla base di molte delle tecniche alchemiche taoiste e orientali in genere, comprendendo anche lo yoga cinese e indiano, il buddismo, eccetera. Tutto ciò è talmente vero che il concetto di sogno può allargarsi, secondo queste discipline, abbracciando l'intera vita, l'intera manifestazione universale, nella quale la coscienza si specchia e si immerge per conoscere e ritrovare sé stessa. Ricordiamo anche Zhuang Zi (Chuang Tzu) che, sognando di essere una farfalla, al risveglio non sapeva più se era un uomo che aveva sognato d'essere la farfalla o la farfalla che ora sogna di essere l'uomo: nel paradosso del maestro taoista intravediamo la fusione e l'inseparabilità di yin-yang, dove consapevolezza soggettiva ed esperienza oggettiva non possono mai davvero essere separate perché, in fondo, sono la medesima cosa. Noi, dunque, siamo sogno, e il sogno è noi stessi. Possiamo dire che proprio per questi motivi gli eventi onirici possono essere guida alla diagnosi e alla terapia, perché rappresentano l'aspetto complementare della vita di veglia e ad essa corrispondono perfettamente, come la 'fodera' alla 'veste', 'li' a 'biao' – per utilizzare termini della medicina cinese. Anzi, mi azzarderei a dire che il sogno reso consapevole, lasciato emergere dalla profondità, è esso stesso terapia, senza bisogno di particolari interventi direzionatori da parte del sognatore o di un interprete esterno: l'emersione del sommerso e l'approfondimento del superficiale sono già, di per sé, via sicura d'integrazione ed equilibio.

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